Soria della Villa Gnecchi Ruscone
già Franchetti di Ponte (sec. XV/XVIII)
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Era la casa di villeggiatura del Nob. Giuseppe Maria Franchetti di Ponte (1764-1834), il fondatore, nel 1813, dell' Impresa di Diligenze e Messaggerie detta comunemente " Impresa Franchetti ", la prima Società per Azioni lombarda e la più importante Compagnia privata per il trasporto di persone e di cose nel Lombardo-Veneto, con sede a Milano e servizi fino a Vienna e Marsiglia.
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La facciata verso strada, così come il cancello in ferro battuto (sorretto da pilastri ornati alla sommità con statue di leoni che sostengono lo stemma Franchetti di Ponte) ed i due successivi cortili, separati da un secondo ingresso (sempre fiancheggiato da una coppia di pilastri) il primo lungo e stretto ed il secondo, raccordato con una curva che introduce alla corte padronale, sono stati costruiti alla fine del sec.XVIII da Giuseppe Maria Franchetti al fine di creare un nuovo e più monumentale ingresso, più consono all'importanza della "Casa da Nobile" con giardino (che fino ad allora era accessibile solo attraverso il portone dell'adiacente "Corte del Torchio")
Per costruire la facciata verso strada ed i due Cortili di ingresso, fu abbattuto l'antico fabbricato che si affacciava sulla via S. Rocco (la quale proseguiva stretta, come l'attuale, fino alla Chiesa) e fu quindi creata la Piazza antistante il nuovo ingresso della villa, di fronte al Palazzo Piola.
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Per costruire la facciata verso strada ed i due Cortili di ingresso, fu abbattuto l'antico fabbricato che si affacciava sulla via S. Rocco (la quale proseguiva stretta, come l'attuale, fino alla Chiesa) e fu quindi creata la Piazza antistante il nuovo ingresso della villa, di fronte al Palazzo Piola.
La costruzione originaria della "Casa da Nobile" della Famiglia Franchetti di Ponte, poi divenuta per successione Gnecchi Ruscone, è molto più antica di quanto possa oggi apparire e risale al XV sec. quando ne era proprietaria la famiglia de' Ravertis, una delle più antiche famiglie proprietarie inzaghesi, citata nell'Atto di Redenzione del Feudo di Inzago nel 1692 ed estintasi a metà del sec. XVIII.
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Quì villeggiava, alla fine del 1400, Ambrogio Reverta, Capitano di Giustizia della Martesana, con sua moglie, Lucia Marliani, che diverrà nel 1475 la bellissima amante del Duca di Milano Galeazzo Maria Sforza che le concederà il nome Visconti ed il " privilegium foedudale in titulum comitatus ", nominandola Contessa di Melzo e di Gorgonzola (e quindi anche Signora di Inzago)
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